Raid prima nelle case e poi negli uffici delle voci stonate. Proteste che dalla strada arrivano sulle testate. Fughe di notizie che svelano i piani censori del governo e goffi tentativi di metterci una toppa. Sono questi gli eventi che fanno da sfondo alla battaglia fratricida che si sta combattendo all’interno del sindacato dei giornalisti egiziani. Da una parte i fedelissimi di Abdel Fattah Al-Sisi, prima generale e ora raìs. Dall’altra gli ex fans del presidente che, finita la luna di miele, vogliono chiedere il divorzio. In ballo non c’è solo l’indipendenza della stampa dalle stanze del potere, ma l’imminente futuro di un movimento di protesta che cerca di riorganizzarsi.
La miccia che ha aperto lo scontro interno del sindacato dei giornalisti è stata il raid con il quale, l’1 maggio, la polizia ha fatto irruzione nella sede di questa corporazione per arrestare Mahmoud al-Sakka e Amr Badr. Questi giornalisti avevano organizzato un sit-in di protesta contro le precedenti retate con le quali la polizia aveva cercato di azzittire quanti criticavano la cessione di due isolotti del Mar Rosso, Tiran e Sanafir, all’Arabia Saudita. Per scongiurare l’organizzazione di manifestazioni come quelle del 25 aprile – quando l’opposizione ad Al-Sisi ha mostrato il suo volto- le forze dell’ordine sono andate a scovare gli attivisti nei bar del Cairo, se non nelle loro abitazioni.  Per ben due volte hanno bussato alle porte di Al-Sakka e Badr, ma trovando solo i familiari si sono dovuti accontentare di sequestrare computer, macchina fotografica e block notes. Strumenti di lavoro necessari per due giornalisti come loro. Badr è infatti il caporedattore di Bawabet Yanair, un sito indipendente e critico del regime al quale lavora anche Al-Sakka. Entrambi sono poi stati fondatori, nel 2015, di Bidaia, il movimento – in fretta bandito – che da mesi chiedeva la ristrutturazione del ministero degli interni e l’abolizione della severa legge sulle manifestazioni.
E questa è sola un’anticipazione, il resto lo trovate sul Pagina 99 in uscita.